Nel lontano 2006 un geniale gallerista di Torino sfondò finalmente le vecchie barriere dell’arte concettuale per creare un’opera monumentale le cui rovine ancora oggi vengono ammirate da migliaia di visitatori. A capo di una società di imprenditoriato edile il rinomato gallerista acquistò un vecchio fabbricato industriale in disuso e lo trasformò in un’opera d’arte in divenire. Assoldati alcuni artisti del mattone, il nostro eroe ebbe il coraggio di creare all’interno dello stabile 40 loft di lusso ampi e luminosi, finiture di pregio, finestroni antirumore a tenuta stagna, palchetti ultimo modello, riscaldamento autonomo di nuovissima tecnologia, terrazzi in pietra di luserna e parti comuni sobrie ed ariose. La corsa all’acquisto fu frenetica, e in pochi mesi persone sensibili al mondo dell’arte si contesero gli spazi più belli. Grafici, designer, ingegneri, fotografi, collezionisti, artisti di ogni genere decisero che quello era il posto migliore per vivere e fecero la scelta giusta.
Forse non tutti sapevano che stavano comprando un’opera d’arte mutante. Dopo pochi mesi infatti i palchetti iniziarono a sollevarsi e gli infissi a perdere acqua, poi dai terrazzi sovrastanti gli alloggi si aprirono crepe che lasciavano filtrare rigagnoli d’acqua sempre più copiosi, i soffitti gocciolavano sui mobili, i riscaldamenti ad aria scaldavano in alto lasciando il gelo a terra, le grondaie iniziarono a rompersi e le tegole del tetto a scivolare pian piano verso la strada. Dopo soli 24 mesi dalla fine dei lavori fatti, come da contratto, ad opera d’arte, lo stabile iniziò a sgretolarsi. L’acqua piovana riempì i garage allagandoli, i tubi del riscaldamento si ruppero definitivamente e il tetto perse pian piano tutti i coppi che precipitavano in strada uccidendo a volte i malcapitati passanti. Gli inquilini proprietari che non capirono il senso dell’opera iniziarono a protestare, alcuni addirittura urlarono alla truffa, ma tutti quanti furono presto zittiti da amministratori (del costruttore) e avvocati (del costruttore). Parecchi persero tutto abbandonando lo stabile alla ricerca di case solide, come quelle di una volta, senza capire che in quell’opera mutante stava tutto il senso della precarietà dell’epoca e della caducità dell’esistenza, valori ormai consolidati ai giorni nostri. Come sempre i grandi galleristi sanno vedere lontano e anticipare i più alti valori contemporanei.
In meno di dieci anni l’intero stabile si sgretolò e nel 2015 venne salvato dallla Soprintendenza per le Belle Arti che riacquistò l’opera dal costruttore ad un prezzo 50 volte superiore al costo di realizzazione. Tre soli inquilini resistettero allo sfacelo e benificiarono di una buonauscita miliardaria per levare letteralmente le tende e permettere alla città di trasformare l’installazione vivente in uno splendido Museo.
Il Museo Tedeschi è oggi visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 20. Si consiglia di prenotare con largo anticipo, e di fornirsi di elmetto per la visita.
Marco Saroldi, Il Giornale dell’Arte, 8 ottobre 2017
9 commenti:
MARCO SEI IL N°1!
MARCO SEI IL N°1!
MARCO SEI IL N°1!
mi sto buttando in terra .... sei UN GENIO:::: DAVIDE
Desidero prenotarmi per la visita, possibilmente per il 21 ottobre 2020, se ci sono ancora disponibilità.
Non ho elmetti, può andar bene anche un casco integrale? Da quello che ho visto, devo portare anche maschera e boccaglio?
Grazie
una turista
MARCO,
SEI GENIALE!!!!!!!!!!!
Sei veramente simpatico e geniale, spero che questa non sia una premonizione!
Boh...a 'sto punto io non mi muovo di qui fino al 2015, in fondo mancano solo 6 anni. VOGLIO LA BUONAUSCITA MILIARDARIAAAA!!!!......ma...ma...o era tutto uno scherzo? Era uno scherzo vero?....si...era uno scherzo.
M'hanno fottuto di nuovo.
A Noi
40 cubetti assieme assemblati
Cadono adesso come pezzi di puzzle slegati
Ma un gruppo di persone già molto affiatate non hanno paura del magnate
Tra una cena e una evento autogestito non hanno le sue risposte digerito
Piuttosto prima che dopo faremo quel che è d'uopo
Con molta pazienza e diligenza attenderanno la sentenza
Che sia di tegole o di mattoni al bando per ora le discussioni
Pronti a lottare con unghie e con denti perchè non siamo dei perdenti
Piuttosto ironici e intelligenti ma non saremo più sorridenti
Se un Museo s'ha da fare siamo tutti da acquistare
Come statua o come installazione facciamo anche noi parte della creazione
Pur senza finestre, muri o termoconvettori accoglieremo i visitatori
Sarà interessante vedere e parlare con la nuova arte concettuale
Tutti uniti e finalmente felici non avremo più nemici
Lucia Cannone, 08102009
Un popolo santi, poeti e navigatori!
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